Le tecnologie abilitanti fondamentali, in Cina, per debellare il Coronavirus

La Cina sta utilizzando massicciamente le tecnologie abilitanti per sconfiggere definitivamente il Coronavirus

Il Paese del Dragone, la Cina, è da mesi sulla bocca di tutti a causa della scatenante pandemia causata dal nuovo ceppo del Coronavirus. Pechino è riuscita a contenere la malattia, e forse a fermarla, grazie alle nuove tecnologie legate al mondo dell’Industria 4.0. 

Notizia di questi giorni riguarda la Provincia cinese dove tutto è partito, quello dello Hubei (precisamente nella città di Wuhan): i nuovi casi da Covid-19 sono praticamente pari a zero. 

Tutto ciò lo dobbiamo alla geniale mente del nuovo leader cinese, Xi Jinping, il quale ha saputo coniugare crescita economica, geopolitica e sviluppo delle tecnologie abilitanti, tipo Cyber Security e Big Data per intenderci. 

Lo sviluppo delle tecnologie abilitanti in Cina 

Dopo 18 anni dall’ultima pandemia scoppiata in Cina, ci riferiamo alla Sars, il Paese si è trovato di nuovo in ginocchio a causa di una malattia. Jinping, sin da gennaio, ha chiesto la collaborazione di tutte le aziende cinesi interessate al problema, così da poter risolvere tutte insieme la grave situazione. 

A monte di ciò, dobbiamo ricordare che la raccolta e la gestione dei dati personali di ogni cinese, sommate all’utilizzo delle telecamere (200 milioni) sin nei più remoti villaggi della Cina, ha permesso al governo cinese di ottenere una mole incredibile di informazioni e di dati, di fondamentale importanza per la “guerra al Coronavirus”. 

L’intervento delle grandi multinazionali cinese (come ad esempio Alibaba) è stato immediato e ha portato immediati risultati. 

Le tecnologie abilitanti in Cina

Per fermare la pandemia bisogna violare la privacy? 

Parlavamo delle telecamere: il loro utilizzo sta servendo ad impedire ai pazienti infetti di violare la quarantena. In questo modo sarà possibile mappare i movimenti del virus. 

Un problema si pone a questo punto. Fino a che punto ci si può spingere nella violazione della privacy di ognuno di noi? Una domanda che sorge spontanea visto il massiccio utilizzo di app che consentono di individuare gli spostamenti delle persone, addirittura conoscendo i nomi delle persone infette si possono monitorare i loro spostamenti tramite i loro mobile. Una situazione allarmante soprattutto se questa tipologia di tecnologia dovesse essere utilizzata anche in Occidente. 

L’Intelligenza artificiale scende in campo contro il virus 

Una delle maggiori società di IA (Intelligenza Artificiale) del paese, SenseTime, ha informato recentemente che un suo speciale software, in grado di rilevare la temperatura senza contatto diretto con le persone, è massicciamente utilizzato in diversi luoghi pubblici (come ad esempio nelle stazioni della metropolitana) di città importanti come Shanghai e Pechino. 

La già citata Alibaba ha studiato e prodotto una nuova tipologia di rilevamento del Coronavirus grazie sempre all’IA. Una TAC (Scansioni Tomografiche Computerizzate) che in 20 secondi diagnosticano la presenza o meno del Covid-19. 

Come sempre non è la tecnologia ad essere buona o cattiva ma è l’uso che ne fa l’uomo a renderla positiva o negativa per le nostre vite 

Alessandro Maria Raffone

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