Le immagini digitali in 3D in aiuto all’Arte

La digitalizzazione in 3D di opere d’arte sta rivoluzionando completamente l’Arte e il nostro modo di rapportarci ad essa

Una riproduzione high tech di un dipinto dell’urbinate Raffaello Sanzio, “Lo Sposalizio della Vergine”, ha recentemente evidenziato l’importanza delle immagini digitali in 3D, al fine di raggiungere una maggiore conoscenza e riqualificazione delle opere d’arte. 

Consapevolezze assolutamente necessarie, nell’attuale contesto sociale, che ci consentono di (ri)conoscere l’Arte quasi esclusivamente attraverso il Web e le tecnologie ad esso connesse.

Basti pensare che tramite le strumentazioni tecnologiche, di ultima generazione, è possibile non soltanto realizzare una copia perfetta digitale di un quadro o di una statua, ad esempio, ma anche rilevare dettagli che ad occhio umano non sono percepibili. 

Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello e il suo trafugamento

Città di Castello, Provincia di Perugia, ha avuto un ruolo molto significativo nel primo periodo artistico di Raffaello Sanzio. “Lo Sposalizio della Vergine”, datato 1504, è un dipinto giovanile dell’Urbinate, attualmente conservato presso la Pinacoteca di Brera, a Milano. L’opera era stata progettata, per ornare la cappella dedicata a San Giuseppe, nella chiesa di San Francesco ubicata proprio nella splendida Città di Castello. Il dipinto era stato commissionato da un membro della potente famiglia locale degli Albizzini: Filippo.  

Perché non si trova più in questa chiesa?

L’opera fu donata dal comune umbro (obbligato, in realtà, a questo gesto) al generale rivoluzionario Giuseppe Lechi, nel 1789. Quest’ultimo tre anni dopo la vendette per 50.000 lire. Una cifra significativa all’epoca, che il conte e mercante d’arte meneghino, Giacomo Sannazzari della Ripa, sborsò per accaparrarsi il dipinto. 

Nel 1804 il conte lasciò l’opera raffaellesca in eredità all’Ospedale Maggiore di Milano. 

Il viaggio dell’olio su tela, però, non era ancora concluso. Due anni dopo, il Vicerè del Regno d’Italia, Eugenio Beauharnais, acquistò Lo Sposalizio per destinarlo alla locale Accademia delle Belle Arti, le cui collezioni sono poi confluite nella Pinacoteca di Brera, sin dalla sua inaugurazione (avvenuta il 15 agosto del 1809). 

La realizzazione dell’ambizioso progetto

La copia 3D è frutto del lavoro sinergico, operato dalla tech company specializzata nella digitalizzazione dei beni culturali del gruppo Franco Cosimo Panini Editore, Haltadefinizione, e dall’azienda partner Memooria

Le due aziende sono riuscite a sviluppare, e realizzare, con successo una copia digitale de Lo Sposalizio della Vergine in “gigapixel + 3d”, ovvero ad un’elevata risoluzione. 

Incredibili sorprese

Si parla, infatti, di 4250 fotogrammi (di miliardi di pixel) riuniti insieme da specifici algoritmi

L’immagine che ne deriva è dettagliatissima in ogni sua parte, a tal punto che la copia può essere utilizzata anche per rilevare dettagli che all’occhio umano, inevitabilmente, sfuggono.

Grazie alla collaborazione tra Haltadefinizione e Memooria si ricava una copia tridimensionale della “precisione nell’ordine della decina di micron“. 

Nuovo modo di studiare e visitare

Una tecnologia innovativa che sta già rivoluzionando la ricerca e il turismo artistico. Le nuove tecnologie abilitanti, l’Intelligenza Artificiale e l’universo informatico consentiranno una nuova modalità di turismo, non più legato ad un luogo fisico prestabilito.

Allo stesso modo, lo studio delle opere d’arte sta già compiendo enormi passi da gigante grazie alla risoluzione in 3D che consente di studiare l’Arte sotto nuovi punti di vista.  

Una copia 3D per colmare un vuoto

La pregevole copia de Lo Sposalizio della Vergine è stata posizionata, da fine dicembre 2020, nella cappella dalla quale era stata sottratto l’originale. 

Un vuoto, finalmente, colmato anche grazie all’utilizzo della cornice lignea dorata, restaurata, nella quale il dipinto era stato anticamente esposto. 

Alessandro Maria Raffone

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