Dalla fine del 2022 ed entro la fine del 2025 si dovrà concludere la migrazione dei dati della Pubblica Amministrazione
I dati degli italiani devono essere al sicuro e facilmente reperibili. Proprio per questo motivo, nei giorni scorsi, è stata illustrata all’opinione pubblica la Strategia Cloud Italia, nella quale è prevista la migrazione di tutti i dati della Pubblica Amministrazione in un cloud sicuro entro e non oltre il 2025. Presente all’evento anche il Ministro per l’Innovazione e la Transizione Digitale, Vittorio Colao.
Strategia Cloud Italia
Il governo italiano, tramite l’innovativa Strategia Cloud Italia, vuole raggiungere due obiettivi fondamentali per lo sviluppo a breve e lungo termine della nostra economia. Prima di tutto, desidera realizzare uno strumento che consenta di conservare in un luogo informatico sicuro i dati personali di ciascun italiano: informazioni che per sua natura sono necessarie ad una corretta gestione dall’amministrazione pubblica.
Inoltre, tutte le pubbliche amministrazioni devono fornire, allo stesso modo, i servizi richiesti “rapidamente e a costi ragionevoli”. Pertanto, nessuna differenza deve esserci nella fornitura dei servizi dall’Alto Adige alla Sicilia.
Dal 2022 al 2025
I dati informatici italiani dovranno essere messi in sicurezza e i servizi connessi resi equi in un range temporale che partendo dalla fine del 2022 dovrebbe concludersi entro la fine del 2025. Più nello specifico, “a partire dalla fine del 2022 le amministrazioni avvieranno la migrazione verso il cloud qualificato che dovrà concludersi entro la fine del 2025“.
Partnership tra pubblico e privato
La Strategia Cloud Italia si inserisce nelle strategie riguardanti il Polo Strategico Nazionale, l’infrastruttura nata per sviluppare l’autonomia tecnologica e la sicurezza sugli asset strategici per l’Italia. Per raggiungere questo importante obiettivo, in tempi brevi, è necessaria una partnership tra pubblico e privato.
L’importanza del cloud computing e della sicurezza informatica
Il Cloud è attualmente lo spazio più utilizzato per gestire applicazioni a distanza quali l’archiviazione, l’elaborazione e la trasmissione dei dati. Mentre con cloud computing (traducibile in italiano come nuvola informatica) si indica, in campo informatico, l’erogazione di servizi offerti, dietro richiesta, da un fornitore ad un cliente grazie alla rete fornita dal web “a partire da un insieme di risorse preesistenti, configurabili e disponibili in remoto sotto forma di architettura distribuita”.
Il cloud computing è una tecnologia quindi che consente di impiegare, tramite l’utilizzo di server in remoto, diversi servizi di hardware, software, oltre a spazi per l’archiviazione dei dati.
Una tecnologia, pertanto, particolarmente adatta per le aziende, le società e gli uffici che hanno deciso di puntare, anche in vista di quanto occorso durante il lockdown, sullo smart working (lavoro agile). La mole di informazioni raccolte e conservate non devono però essere perse o minacciate da attacchi informatici: la sicurezza informatica, pertanto, deve essere implementata per poter lavorare al massimo delle proprie potenzialità.
Grazie al Credito d’Imposta Formazione 4.0, incentivo fiscale previsto dal Piano Nazionale Transizione 4.0, è possibile per le aziende che lo desiderino investire nella preparazione e nella formazione del proprio personale nelle tecnologie abilitanti, tra le quali troviamo Cyber Security, Big Data e Sviluppo del Paradigma 4.0.
La sicurezza informatica non è soltanto necessaria per poter preservare i propri dati ma é anche un’opportunità per l’azienda di implementare le skills dei propri dipendenti.
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